Il Natale rubato di Pino Tordiglione (Italia 2003)

FILM ORO NATALIZIO



Da un fatto di cronaca vera. A Fontanarosa, provincia di Avellino, il furto di un antico presepe, vanto storico e artistico del paese, e una bimba gravemente ammalata, insegneranno alla gente semplice l'importanza della condivisione. Un racconto per bambini con contorni di fiaba che piacerà anche agli adulti. Ispirato a un fatto realmente accaduto, una storia ingenua e semplice da leggere con gli occhi del cuore….


Durante la 60ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il film ha ricevuto il Premio Mediterraneo Cinema.



Trama 


Il film trae ispirazione da un fatto di cronaca avvenuto a Fontanarosa nella notte tra il 13 ed il 14 dicembre 1982, quando fu rubato l'antico e monumentale presepe, vanto artistico e storico di quel paese. I responsabili del furto non sono mai stati identificati. Protagonista del film è Patrizio Rispo nelle vesti di Fortunato, un umile bracciante agricolo, rimasto presto vedovo, che conduce una vita tranquilla nel piccolo paese irpino. Improvvisamente sua figlia, Filomena, è colpita da un male la cui cura richiede spese molto elevate. Avvilito già dalla perdita della moglie e ostinato a non lasciarsi portare via anche la figlia, Fortunato decide di rubare il prezioso presepe esposto nella Chiesa del paese, vendendone poi le pregiate statuine. Con i soldi guadagnati riesce a pagare le cure della figlia che in breve tempo si riprende completamente. Tuttavia resta in Fortunato un forte senso di colpa per il gesto commesso, rimorso che lo spinge a costituirsi al locale comando di polizia, portando come prova di accusa l'ultima statuina del presepe che ancora possiede. Data la fama di uomo giusto e umile di cui gode il contadino, i carabinieri stentano a credere alle sue parole, avviando un'analisi sull'autenticità della prova da lui fornita. Il film termina con un lieto fine: i carabinieri, pur verificando la colpevolezza di Fortunato, capiscono la drammaticità della situazione in cui si è venuto a trovare il povero bracciante, decidendo di non arrestarlo.


https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Natale_rubato





Recensione 


CORRIERE DELLA SERA
Conquista l' Italia «Il Natale rubato», film fai da te

Autofinanziato da un esordiente e proiettato negli oratori: incredibile successo, 500 mila spettatori. Pino Tordiglione, dall' Irpinia sulle orme di Mel Gibson: «Rifiutato da tutti i canali ufficiali, mi sono arrangiato E la sincerità dei sentimenti batte i kolossal senz' anima»

Questa è la storia di un film che non c' è. Un film figlio di un' Italia «minore» senza diritti di cittadinanza nei cinema ufficiali. Un film troppo ingenuo per un pubblico considerato troppo cinico per commuoversi su una vicenda da libro Cuore, dove si parla di una bambina malata, di un padre vedovo, povero, pronto a ogni sacrificio. Anche a farsi ladro, rubando l' unico tesoro del paese, un antico presepe. Furto che gli salva la figlia, non la coscienza. Ma dato che da quelle parti sono buoni anche i carabinieri, tutto si chiuderà con un lieto fine strappalacrime. In effetti, quale produttore accetterebbe oggi, con un cinema divorato da effetti speciali, storie choc, immagini violente, un soggetto del genere? Nessuno infatti ha detto sì a Pino Tordiglione, 46 anni, di Bonito, 2000 anime in provincia di Avellino, autore, regista e produttore di Il Natale rubato, il film clandestino che, senza sostegno pubblico nè distribuzione, sta avendo un successo sommerso quanto impensabile: già circa mezzo milione le persone che l' hanno visto nei luoghi più improbabili: parrocchie, centri sociali, palestre, associazioni, persino santuari. Tordiglione ha fatto tutto da sé. A cominciare dalle spese, 750 milioni di vecchie lire, i risparmi destinati a una villetta promessa alla moglie. «Se volevo realizzare il mio sogno non avevo altra scelta - racconta -. La mia richiesta di finanziamenti statali era stata bocciata. L' argomento, mi è stato spiegato, è stato ritenuto sincero ma troppo tenero e antiquato. Per di più privo dei requisiti necessari per trovare uno spazio sul mercato». A smentire clamorosamente quest' ultimo giudizio, una platea inattesa e mai considerata dai soliti addetti ai lavori. Gente comune, che di storie semplici e un po' antiche, sembra ancora ghiottissima. Tordiglione, per oltre 20 anni impegnato in documentari e spettacoli locali destinati alla tv, quell' «audience» la conosce bene. «L' idea del film è nata proprio da un documentario - spiega -. Dopo il terremoto dell' Irpinia, a Fontanarosa fu rubato un prezioso presepio settecentesco. Quando i carabinieri recuperarono parte delle statuette, l' assessore del paese mi chiese di girare un filmato su quel fatto. Mentre ci lavoravo su, mi venne in mente di trasformare quell' episodio di cronaca in qualcosa di più, in una favola per i bambini ma anche per tutti quelli che sanno ascoltare il linguaggio del cuore". E pazienza se non c' è uno sceneggiatore o un produttore a sostenerlo. Tordiglione scrive lui soggetto, sceneggiatura, mette in piedi una troupe di fortuna, convoca il paese per scegliere interpreti e comparse. «Niente trucco, niente costumi, i pastori hanno le loro facce e i loro vestiti. Per i ruoli principali però ho voluto quattro attori veri, scelti dal mondo delle soap all' italiana. Naturalmente con i mezzi a disposizione le riprese sono andate per le lunghe, due anni». Alla fine però il film è pronto. «Mi sembrava ben riuscito, così ho provato a mandarlo alla Mostra di Venezia. Bocciato. Niente da fare anche con la Rai. Troppo lento, dicevano. Provo a rimontarlo io, poi conosco Gabriella Cristiani, montatrice premio Oscar de L' ultimo imperatore, le chiedo di darmi una mano. Lei, che trova il film "semplice e bello", accetta. Sua la versione definitiva». Nessun distributore però si fa avanti. A dare una mano, arriva l' aiuto del coordinamento dei Piccoli Comuni. Che al film offrono ospitalità là dove capita, in spazi anomali e frequentatissimi. Il passa parola fa il resto. Tempo quattro mesi, Tordiglione non riesce a tener dietro alle richieste. Le 30 copie iniziali de Il Natale rubato non bastano più. Ogni giorno arrivano prenotazioni da tutta Italia, la piccola azienda di famiglia è sotto pressione, le proiezioni si moltiplicano. «E' così raro trovare una storia buona, adatta ai bambini», commenta Luciana Della Fornace, presidente dell' Agis Scuola che ha segnalato il film nel suo bollettino insieme con La Passione di Gibson e America di Scaparro. Una fiaba a lieto fine come non si vedono neanche al cinema. Ma Tordiglione non si ferma. «Voglio portare il film anche nei reparti pediatrici degli ospedali, dare un sorriso ai bimbi malati», progetta. Intanto i fans del suo Natale crescono, dal cardinale Tonini a Gigi D' Alessio. «Credo che il segreto di questo piccolo film stia nei suoi valori, nell' avere radici in un' Italia rurale da cui tutti veniamo», sostiene lui, che il successo se l' è guadagnato sul campo, con un porta a porta ostinato, fuori da ogni convenzione. «Io non sono nessuno ma voglio dimostrare che, se credi in quello che fai, puoi riuscire. Come me ce ne sono tanti, l' Italia è ricca di talenti sommersi. In un cinema che dà solo immagini cupe e negative del mondo, io rispondo con uno sguardo di speranza per un futuro migliore». Giuseppina Manin 750 MILIONI DI LIRE Il budget del film, cioè i risparmi del regista 2000 ABITANTI a Bonito, provincia di Avellino, dove è stato girato il film 4 ATTORI DI PROFESSIONE nel cast del film, gli altri sono non professionisti 500.000 SPETTATORI (finora): ma il regista vuole portarlo presto anche negli ospedali

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